La Bibbia è uno dei libri più venduti al mondo, esiste però anche una “bibbia” del tappeto erboso che è stata scritta dal Dr. James B. Beard docente della Texas A&M University, verso la fine del secolo scorso.
Chi si occupa di tappeto erboso in modo professionale, conosce questo signore che è venuto a mancare recentemente.
Personalmente ho avuto modo di conoscerlo in occasione di una consulenza che venne chiamato a fare in un importante campo da golf friulano, dove il mio collega Greenkeeper di allora mi chiamo in suo aiuto perché maneggiavo meglio di lui la lingua inglese.
James Beard ha talmente amato il tappeto erboso da studiarlo in ogni suo aspetto, che a tutt’oggi gli impianti sportivi sinonimo di eccellenza costruttiva di un tappeto erboso ad esempio campi da golf e campi da calcio di prim’ordine, vengono costruiti secondo le informazioni derivanti da i suoi studi.
Parlando di tappeto erboso il come, il quanto e anche il quando si dovrebbe nutrirlo lo sappiamo grazie agli studi del Dr. Beard e ovviamente poi in seguito, anche di altri illustri studiosi.
Nel mercato sono disponibili ormai una innumerevole serie di prodotti fertilizzanti per la cura del prato, talmente tanti che a volte gli stessi professionisti vanno in confusione per incastrare il giusto prodotto nel giusto momento stagionale di crescita del prato.
Quindi, per avere un prato di qualità estetica elevata è indispensabile fertilizzarlo?
Senza avere la presunzione di disturbare il “sonno” del Dr Beard, la mia risposta personale sostenuta dall’esperienza diretta sul campo e non da idee, è NO!
È possibile avere un bel prato senza dover usare prodotti chimici a scadenza regolare, basta cambiare il modo di approcciarsi al tappeto erboso, ovvero non cercare di nutrire lui bensì nutrire il terreno che lo ospita.
La natura è in grado di regolarsi da sola, da sempre! Qualcuno di voi ha mai visto distribuire fertilizzanti in un bosco? E allora come mai gli arbusti e gli alberi in un bosco vivono rigogliosi mentre tu nel tuo giardino dovresti applicare un fertilizzante ogni 40/50 giorni?
La risposta è usare il compost.
Il compost, inteso come compost aerobico di qualità, ovvero materiale decomposto di origine puramente vegetale, si può trovare nel mercato oppure per i più accaniti si può produrre in casa.
Il compost aerobico è un materiale vivo, ricchissimo di attività microbica, la stessa che si può trovare in un bosco.
Se il terreno nel quale gestiamo il nostro tappeto erboso è un terreno vivo, cioè con il giusto contenuto di biologia nel suolo, allora il nostro giardino sarà come un bosco, cioè in grado di alimentarsi da solo; altrimenti, se il suolo è solo un supporto inerte allora si, saremo costretti a continui apporti di fertilizzanti per ottenere risultati.
Non voglio disprezzare i fertilizzanti che senza dubbio hanno contribuito a far sviluppare la qualità dei tappeti erbosi e sono necessari in situazioni di gestione difficile (come alcuni impianti sportivi oppure nella produzione del tappeto erboso a pronto effetto), ma solo offrire una possibilità di gestione diversa per la stragrande maggioranza dei casi dove si trova un prato, ovvero nei giardini residenziali e nei parchi, e a pensarci proprio le aree dove noi tutti trascorriamo molto tempo libero per stare a contatto con la natura.